Retribuzioni bloccate dal 2010:
penultimi per spesa pubblica nell’istruzione, classi numerose, superiori alla media, un anno scolastico piu’ lungo che altrove e la tendenza, a considerare “la scuola come un bancomat”: e’ la fotografia dello stato di salute della scuola, scattata dal rapporto del Centro Studi della UIL presentata oggi a Napoli.
Un report condotto confrontando le dinamiche legate alla scuola negli Stati membri da cui risulta che, ad ora, l’Italia e’, per esempio, il Paese in cui vige ancora il blocco delle retribuzioni, in base al decreto 78/2010 del Governo Berlusconi, rimasto in vigore anche con gli Esecutivi che si sono succeduti: Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. Altri paesi europei hanno congelato il livello delle retribuzioni, in parte o totalmente, per alcuni anni, per poi far riprendere la loro dinamica.
La retribuzione dei docenti in Germania e’ praticamente doppia rispetto all’Italia, per tutti i gradi di scuole e per tutte le anzianita’, molto al di sopra della media europea; la Spagna ha retribuzioni sempre al di sopra della media europea, ma piu’ marcatamente per quelle iniziali; la Francia ricalca l’andamento europeo, ma con le retribuzioni intermedie piu’ basse; l’Italia, infine, parte in linea con l’Europa, si mantiene allineata fino all’anzianita’ di 15 anni, ma termina a fine carriera decisamente piu’ in basso.
La media europea delle ore e’ di 19 a fronte delle nostre 18, sostanzialmente in analogia con gli impegni di insegnamento diretto richiesto ai docenti nei vari Paesi. Allo stesso modo, l’Italia e’ nella media nel rapporto docenti-studenti. La durata dell’anno scolastico indica invece l’Italia, insieme con la Danimarca, tra i Paesi con piu’ giorni: 200.
L’Italia e’, tra i paesi dell’Unione europea censiti dall’Ocse, con il suo 5,4%, al penultimo posto, prima dell’Ungheria, e ben lontano dalla media europea del 7,09% per spese pubbliche destinate all’istruzione sul totale della spesa pubblica. In quasi tutti gli Stati si e’ verificata una diminuzione di spese pubbliche per l’istruzione in termini percentuali sul Pil. Nell’arco temporale di 10 anni, tra il 2004 e il 2014, l’Italia e’ scesa di un punto arrivano al -1,39%.
(ANSA).